giovedì 25 novembre 2010

L’OMICIDIO MUSSOLINI: La ricostruzione di Bruno Lonati

Un anno dopo l’uscita del libro di Urbano Lazzaro, viene alla luce un’altra clamorosa testimonianza, anche questa volta rilasciataci da un partigiano dell’epoca: Bruno Giovanni Lonati, nome di battaglia “Giacomo”. Ecco il riassunto della sua versione:

Lonati, che aveva avuto ordine di accompagnare un agente dei servizi segreti inglesi, tale “capitano John” a compiere una missione di guerra, (di cui all’inizio non ne conosceva ancora gli esatti dettagli, ma sapeva fin da subito essa comprendere fra l’altro il recupero di documenti molto importanti, ancora nelle mani di Mussolini), giunse a Bonzanigo di Mezzegra nella mattinata del 28 aprile, verso le 10:30 circa.
Lonati e John entrarono nella stanza dove il Duce e la Petacci stavano riposando e dopo alcuni botta e risposta su chi sono e cosa volevano, l’agente inglese esplode nei confronti del Duce chiedendo con foga dove teneva nascoste le carte (riferendosi ai documenti che aveva nelle borse). Mussolini affermò che gli erano state sequestrate tutte nel municipio di Dongo e che con se non aveva altro che alcuni ritagli di giornale; l’agente inglese mise comunque a soqquadro la stanza, senza però trovare nulla. Ad un certo punto John ordinò a Mussolini e alla Petacci di prepararsi, in quanto gli avrebbero trasferiti altrove. Mentre i due si stavano preparando, Lonati e l’inglese uscirono sul pianerottolo per coordinare i dettagli. Alla precisa domanda di Lonati sul da farsi, John rispose che bisognava fucilarli: a quel punto, il partigiano esterrefatto chiese:
“Anche la Petacci?” 
“Si, anche la Petacci.” rispose John
“E perché? Cosa c’entra lei?” insistette Lonati
“Perché conosce molti segreti di Mussolini e perché forse conosce il contenuto delle carte…”
Lonati si disse disponibile a fucilare il Duce, ma si rifiutò categoricamente di sparare a Claretta. Allora John rispose che se ne sarebbe occupato personalmente. A quel punto il partigiano rientrò nella stanza, mentre John s’allontanò per alcuni minuti. 
Mussolini, che nel frattempo si era convinto che i due erano venuti a portarlo in salvo, chiese di uscire sul pianerottolo per una boccata d’aria, lasciando così da sola la Petacci con Lonati.
Claretta, che invece aveva già compreso quel che stava per accadere, chiese a Lonati se per loro due era effettivamente finita: il partigiano, parzialmente mentendo, rispose affermativamente che per Mussolini era finita, mentre per lei no. A quel punto Claretta, rassegnata e con la morte nel cuore, chiese al partigiano: “Fate che non se ne accorga, non fatelo soffrire. Lui crede ancora di potersi salvare, almeno per ora. Sono stata io a convincerlo. Me lo promette?” Lonati rispose di sì e poco dopo uscirono.
I due vennero accompagnati in silenzio giù per la stradina fuori casa De Maria, poi, dopo circa duecento metri, vennero fatti svoltare a destra e posizionati contro un muricciolo. Per evitare che Mussolini sospettasse qualcosa, i due gli ordinarono di voltare la testa indietro per guardare dietro di se, in direzione della stradina, per controllare che non arrivasse nessuno. Fu una questione di secondi: Lonati si mise in posizione, a circa un metro da lui, e mirando dritto al cuore fece partire un primo colpo; in quello il Duce voltò lo sguardo incredulo verso di lui, e il partigiano lo finì con una scarica di quattro colpi.
Quasi contemporaneamente John si posizionò davanti alla Petacci e, mirando dritto al petto della donna, scaricherà deciso una raffica che la uccide sul colpo.
Erano le 11:00 del mattino del 28 aprile 1945.
Lonati, John e gli altri della missione, abbandonarono i cadaveri sulla strada, coprendoli soltanto con i loro cappotti e dopo aver fotografato i corpi, fuggirono via indisturbati.
Solo più tardi i partigiani comunisti giungendo a Bonzanigo s’accorgeranno dell’accaduto e sorpresi dagli eventi saranno costretti nel pomeriggio ad inscenare la finta fucilazione di villa Belmonte, per poter prendersene tutti i “meriti”.

Fonti tratte dal libro di Bruno Lonati: “Quel 28 aprile, Mussolini e Claretta: la verità” Ediz. Mursia

Il Comitato Verità e Giustizia per Mussolini

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