UNA MORTE MISTERIOSA
Dopo i fatti tragici dell’aprile 1945, nel nostro paese è incomprensibilmente iniziata una sistematica censura su tutta la verità che si cela dietro la morte ancora misteriosa di Benito Mussolini e Claretta Petacci; una verità che a tutti i costi non doveva e non deve tuttora passare.... Perché? Cosa accadde di così inenarrabile quel 28 aprile a Bonzanigo di Mezzegra e dintorni tanto da dover mentire per così tanto tempo? Chi si vuol tuttora coprire? E soprattutto per quale motivo? Perché sono stati uccisi alcuni testimoni di quei fatti, se tanto il duplice omicidio è stato reso pubblico e giustificato? Perché si è inscenata una finta fucilazione davanti al cancello di villa Belmonte, sparando su due cadaveri? C’entrano forse i scottanti documenti che il Duce aveva con se, su tutti, il famoso carteggio segreto “Churchill-Mussolini”? O in qualche modo è implicato l’ingente oro sequestrato alla colonna fascista fermata a Dongo dai partigiani e fatto poi sparire per sempre (dai comunisti)? O cos’altro ancora? Nessuno fra i principali protagonisti volle parlarne, nessuno avrà mai il coraggio, né l’onesta di farlo; “la pelle è una sola.....” dirà poi uno dei testimoni di quelle vicende.......
Comunque siano andate le cose, l’unica cosa certa è che la storia che ci hanno fin qui sempre raccontato è una colossale menzogna, smentita oramai da molti testimoni e da perspicaci storici che hanno dedicato parte della loro vita a svolgere tutte le indagini possibili pur di giungere alla tanto sospirata verità.
Gli storici ci hanno sempre fin qui narrato che ad uccidere Benito e Claretta sono stati esclusivamente i comunisti; altri invece hanno affermato che sono stati gli agenti dei servizi segreti inglesi, sotto commissione di Churchill; quindi il dibattito si è sempre svolto fin’ora nel guardare o solo da una parte o solo dall’altra. Si può comunque ritenere, alla luce di tutti i documenti fin qui raccolti, che probabilmente entrambe le componenti abbiano partecipato al duplice omicidio, più o meno attivamente.
Sia i comunisti che gli inglesi infatti, volevano Mussolini morto, ed una delle due parti aveva già deciso che anche la Petacci doveva morire. Entrambi gli schieramenti sono partiti con una missione segreta, decisa sottobanco, in barba alle disposizioni ufficiali degli Alleati e della Convenzione di Ginevra. Si può supporre che è stata solo una questione di tempistica: chi per primo è arrivato, ha “fatto fuori” il Duce; gli altri, giunti soltanto dopo sul posto, si sono “accontentati” di finire il lavoro sporco, eliminando anche la povera Claretta. Perché? Qui molte cose inducono a credere alla pista inglese, ma non si può neppure escludere l’ipotesi della cattiva gestione degli avvenimenti da parte di chi aveva Mussolini e la Petacci in custodia, degenerando col passare delle ore alla duplice tragedia finale.
Quello che sicuramente sappiamo oramai con certezza è che la versione passata alla storia non rappresenta la verità, tanto che in molti l’hanno smentita, facendone notare le molteplici contraddizioni e falsità.
UN ATTO UNICAMENTE CRIMINALE
L’omicidio Mussolini (poiché è questo il vero ed unico giudizio che bisogna dare a quella feroce operazione paramilitare avvenuta nei dintorni di Bonzanigo di Mezzegra nell’ormai lontano 28 aprile del 1945), si tratta essere a tutti gli effetti un delitto in piena regola, studiato a tavolino e messo in atto da un gruppo di vili criminali, che hanno agito in modo del tutto arbitrario, infischiandosene delle leggi vigenti e degli ordini imposti da coloro che in quel momento governavano, dando retta invece soltanto ad esigenze forse ideologiche, forse politiche.
Non si può parlare quindi di un atto di giustizia, poiché la vera giustizia prevedeva un regolare processo, in un regolare tribunale, alla presenza di regolari giudici, autorizzati a svolgere la loro professione da un regolare stato, che emanava regolari leggi.
E Mussolini, come qualunque altro essere umano su questa terra, aveva il sacrosanto diritto di potersi difendere in un’aula di tribunale, rispondendo alle accuse che sarebbero state mosse nei suoi confronti, e forse, sarebbe pure riuscito a presentare le prove che lo avrebbero assolto da più di una delle accuse internazionali, eventualmente mosse a suo carico. Lui stesso dichiarò in quei giorni, attraverso una lettera-memoriale, di prevedere il fatto che non sarebbe mai stato processato perché da accusato sarebbe diventato pubblico accusatore. Chissà, forse è morto proprio per evitare che si arrivasse a questo......
Ma, a parte ciò, nessuno poteva sostituirsi al giudizio Divino, né a quello legittimo della magistratura, per sentenziare se un uomo è degno o no di continuare a vivere.
Ed invece.... Chi ha processato Mussolini? Nessuno. Chi lo ha portato in un’aula di tribunale? Nessuno. Chi, fra quelli che ne avevano l’autorità, ha emesso la condanna a morte? Non si sa....Forse un giudice? No. Allora il governo Bonomi con un proprio emendamento? No. Gli Alleati? Nemmeno. Ma allora, alla presenza di chi e quando si è svolto questo processo? Mai...
L’omicidio di Mussolini e della Petacci (perché anche lei è stata volutamente assassinata) sono stati degli atti immorali ed illegali che avrebbero dovuto portare a perseguire legalmente gli autori ed i complici di quella feroce operazione paramilitare; ma per fare ciò bisognava prima scoprire i colpevoli, quelli veri, cosa questa praticamente impossibile, perché sono passati sessantaquattro anni ormai ed ancora non si è frantumato quel muro di menzogne e di omertà che i comunisti ed i loro affiliati hanno imposto con la forza e col terrore.
Già, i comunisti...... coloro i quali si sono attribuiti il “merito” di aver assassinato il Duce e altre diciassette personalità legate alla R.S.I. (ovvero gli uomini catturati a Dongo insieme a Claretta e Marcello Petacci); gli stessi, questi comunisti, che il giorno dopo ordinarono l’infame scempio di Piazzale Loreto esponendo i cadaveri come bestie sgozzate in un macello. Un volgare spettacolo da “macelleria messicana” dirà poi qualcuno.....
Anche qui nessuno pagò mai per quel crimine: vilipendio di cadaveri (ben 19 se calcoliamo anche il malcapitato Achille Starace, che nulla aveva più avuto a che fare con la politica fin dal lontano 1939, emarginato da tutto e da tutti, ma che fu preso mentre correva in tuta ginnica per la strada e messo vigliaccamente anch’egli nel calderone delle vittime, esposto poi alla gogna).
E’ proprio a Piazzale Loreto che l’Italia si macchierà della pagina più vergognosa della propria storia, mostrando al mondo intero quegli istinti animaleschi di una parte del proprio popolo, evidentemente ancora troglodita.....
Anche per questo, non possiamo esimerci dal pretendere che la verità venga alla luce, ribadendo il nostro intento di rendere giustizia morale e storica a Mussolini, alla Petacci e a tutti gli uomini che hanno lottato e sono morti trucidati, per difendere la sovranità e l’onore d’Italia.
Il Comitato Verità e Giustizia per Mussolini
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