Questa è la domanda che molti storici si sono più volte fatti negli ultimi anni, alla luce di inquietanti indizi che porterebbero ad avallare una simile ipotesi.
Fra le motivazioni principali che inducono a pensare a questa tesi, ci sono senz’ombra di dubbio tre punti:
1) l’aver impedito l’autopsia di Claretta (c’era forse qualcosa da nascondere?),
2) i due violenti colpi subiti quand’ancora era in vita (riscontrabili dall’autopsia del 1956)
3) l’inspiegabile assenza di un suo importante indumento intimo, che verrà goffamente giustificato dalla contraddittoria e ridicola ricostruzione di Audisio.
(dal resoconto a puntate de “L’Unità” del novembre 1945 – 19^ puntata. Valerio racconta:
“……La Petacci non riusciva a rendersi esatto conto di quel che stesse accadendo….. Ma ai miei sguardi sollecitatori, si affrettò a cercare i suoi oggetti personali, attardandosi a cercare le mutandine che non riusciva a trovare .<<Fa presto, sbrigati!>> e lei << Ma non trovo le mutandine! >>, >< Tira via, non pensarci….>>”
Questo dialogo così particolare lo riscontriamo una sola volta: non appare nel primo resoconto, non apparirà più nemmeno nel libro del 1975.
Al di là del fatto che troviamo essere pressoché improbabile che una donna si rivolga ad un perfetto estraneo in quel modo, confessando un particolare così intimo, specie in una situazione come quella... In ogni caso c’è da dire che nel corso degli anni Lia De Maria testimoniò più volte che quella notte Claretta ebbe dei problemi di salute, tanto che fu lei stessa ad accompagnarla nella stanza da bagno. Visto che aveva le mestruazioni, non si sarebbe mai separata “volontariamente” da quell’indumento così indispensabile in quelle circostanze. Insomma, la signora De Maria smentisce Audisio, affermando categoricamente che in quelle ore non si separò mai dalla sua biancheria intima. A quel punto, ancora una volta, l’ennesima volta, “Valerio” si vide costretto a rettificare la cosa, evitando così di menzionare nella sua successiva ricostruzione quel particolare dialogo, così spudoratamente falso.
Ma allora, se la Petacci non si era mai separata dalle sue mutandine, come si spiega che a Piazzale Loreto ne era totalmente priva? E come mai Valerio s’è premunito di menzionare questo particolare, all’apparenza irrilevante e comunque soltanto dopo che avvenne l’esposizione dei cadaveri a Milano? Bisognava forse dare una spiegazione al fatto che tutti quanti avevano visto il suo cadavere appeso, mancante di quell’indumento? Effettivamente tutti lo avevano visto eccome, e solo grazie all’intervento di un sacerdote che le chiuse la gonna con una corda si evitò che il vergognoso “spettacolo” di Piazzale Loreto prendesse forme ancora più infami.
Il dubbio però persiste: Claretta era senza per sua volontà (cosa da scartare)? O si è trattato di un gesto vigliacco di un partigiano, che spogliandola prima di appenderla per i piedi voleva “divertirsi” sbeffeggiando il suo cadavere? Oppure ancora, come molte voci hanno riportato, si tratterrebbe della testimonianza indiretta di uno stupro? Stupro che sarebbe avvenuto in quel lasco di tempo che separò presumibilmente la morte di Mussolini da quella della Petacci (circa un paio d’ore....)
Claretta non poteva essere senza quell’indumento se qualcuno non gliel’avesse forzatamente levato. E se dunque non è stata lei, allora chi è stato e soprattutto, perché? Di certo se Audisio ha voluto soffermarsi su questo particolare, con tutte le cose che invece avrebbe potuto raccontare, evidentemente un motivo c’era: e il motivo riguarda proprio il fatto che dopo l’esposizione dei corpi, alla vista di tutti, cineprese e macchine fotografiche comprese, erano i partigiani che dovevano a quel punto dare a tutti una spiegazione per quell’anomalia.....
Così Audisio non trovò meglio da fare che zittire la cosa, inventandosi il fatto che Claretta già nella sua stanza era priva delle mutandine, tanto che lei stessa dichiarò apertamente davanti a tutti quegli uomini che erano entrati nella sua stanza, per di più estranei, che si trovava senza…..
Ma se Audisio era davvero così convinto che nel dialogo avuto con la Petacci lei disse esattamente quelle parole, perché non appena Lia De Maria lo smentisce, lui non menziona più la cosa (guardarsi il libro del 1975)?
A questo si aggiunge un ulteriore fatto sconcertante: perché il partigiano “Guido”,(nientemeno che Aldo Lampredi, guarda caso uno dei tre protagonisti di quelle famigerate ore…..) impedì fermamente che il 30 aprile si procedesse all’autopsia di Claretta? Cosa c’era da nascondere?
Forse bisognava occultare qualunque prova potesse in qualche modo ricondurre ad una presunta violenza sessuale perpetrata a danno della Petacci? Uno stupro che sarebbe la spiegazione logica dei strani segni riscontrati sul volto di Claretta, tipici di un’aggressione in piena regola, oltre che dell’incomprensibile assenza del suo indumento intimo....
Tuttavia la necroscopia della Petacci non verrà mai fatta eseguire, per espressa imposizione di Lampredi; egli, essendo stato presente quel giorno a Mezzegra e dintorni, sapeva benissimo quel che realmente accadde, al punto che s’oppose categoricamente all’esame autoptico di quella povera donna. Perché? Forse adesso un grosso sospetto lo possiamo anche avere……
In ogni caso è oramai difficile risalire alla possibilità di constatare un possibile stupro, poiché le analisi sul corpo della Petacci (del 1956) sono state effettuate in un tempo troppo lontano rispetto all’ora del decesso. Nell’arco di quarant’otto ore si sarebbe potuto ancora risalire ad una eventuale violenza sessuale, ma nel 1956 (anno in cui vennero riesumati i suoi resti) era troppo tardi... Solo attraverso l’analisi di una certa contrazione dei muscoli delle cosce, o di segni di resistenza alla penetrazione di vario tipo ecchimosico,(come lividi, graffi o morsi nelle zone vaginale, del seno e delle cosce), avrebbero potuto farci risalire all’ipotesi dello stupro. Il dubbio comunque resta...... come è assai singolare la storia che ci riconduce ad un capo partigiano della zona, Martino Caserotti
“Capitano Roma”, uno degli uomini presenti in quel pomeriggio del 28 aprile 1945 a Mezzegra e dintorni, che a distanza di tanti anni si sarebbe vantato di conservare ancora le scarpe ed il foulard della Petacci. Come mai avrebbe voluto conservarli? Per quale “arcano” scopo? Se fosse vero, questo sarebbe un atteggiamento che ci ricorda molto quello dei maniaci che usano conservare oggetti, indumenti o parti del corpo appartenute alle loro vittime…. Si tratta forse di un cimelio storico o di un souvenir di quei giorni d’aprile, testimonianza inequivocabile delle gesta di quest’uomo? Si potrebbe allora pensare che da questi particolari derivi la prova di qualche atto di violenza, o addirittura la testimonianza indiretta che ci svela chi è stato il vero responsabile dell’uccisione di Claretta Petacci? O forse è la prova che è stato lui a sfilarle quell’indumento una volta deceduta, in segno di spregio? Chissà…….
Forse non lo capiremo mai, come tuttavia non è chiaro nemmeno se i colpi inferti al suo corpo e riscontrati nell’autopsia del 1956, possano essere tutti da ricondursi ai calci inferti sul suo cadavere nella giornata di Piazzale Loreto, oppure se certe violenze fisiche fossero state attuate con lei ancora in vita.
Dal resoconto del suo esame autoptico sembrerebbe che quasi tutti i colpi risultino post-mortem, eccetto due colpi, di cui uno sullo zigomo destro, rappresentato da un foro che sfondando ha fatto rientrare dei segmenti ossei e che nella necroscopia è stato ricondotto per forza di cose ad un violento colpo inferto quando la donna era ancora in vita; il secondo colpo risulta anch’esso in volto, che come conseguenza ha fatto partire due incisivi e che il medico riconduce ad un violento pugno inferto quando la Petacci era ancora viva. Resterà pur sempre qualcosa di anomalo, come ci conferma anche la volontà dei partigiani di impedire l’esecuzione della sua necroscopia; e ci ritornano di nuovo in mente pure le ricostruzioni fatte tempo dopo dal pseudo-protagonista Audisio, che si sofferma su un particolare all’apparenza irrilevante come quello delle mutandine che Claretta non indossava e che non riusciva a trovare....Chissà come mai...
Il Comitato Verità e Giustizia per Mussolini
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